L’arancione, il colore senza nome

L’arancione è uno dei colori dello spettro percepibile dall’occhio umano, è un colore secondario e nel cerchio cromatico si colloca tra il giallo e il rosso. Inoltre, l’arancione è uno dei colori più presenti in natura. Eppure, avete mai sentito qualcuno dire di una persona che ha i capelli arancioni, oppure descrivere un pesce o un gatto come arancioni? Per qualche strana ragione, l’arancione era, fin dall’antichità, un colore senza nome, considerato una delle tante tonalità di rosso.

Per descrivere le cose arancioni con un nome preciso dobbiamo aspettare l’arrivo del frutto dell’albero dell’arancio, il cui nome deriverebbe dalle innumerevoli trasformazioni fonetiche subite dal termine di origine sanscrita nagarañja. Seguono il persiano nāranğ, l’arabo nāranj, lo spagnolo naranja e infine l’italiano arància.

arancione

L’arancione nella storia dell’arte

Forse il colore arancione non aveva un nome per via del fatto che non esistevano molti pigmenti puri per fabbricarlo.Per affreschi e dipinti su tavola o pergamena gli antichi usavano le ocre oppure il Realgar, un minerale assai velenoso composto da solfuro di arsenico, ma sempre mescolato con il famoso orpimento, anch’esso a base di arsenico, di cui vi ho parlato nell’articolo sul giallo.

Libro delle due vie, dal sarcofago di una tomba egiziana, 2000 a.C.

Poco documentato il suo uso nel Medioevo, il Realgar ricompare a Venezia e nel Cinquecento entra nelle tavolozze dei pittori, tra i quali Tiziano (1448-1576), che lo usò spesso nelle sue tele dipinte ad olio. Tuttavia, il Realgar lo si ritrova sempre mescolato con l’orpimento, sia perché le due sostanze spesso si trovano assieme nelle stesse rocce, sia perché usato da solo, il Realgar si è rivelato poco resistente alla luce.

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Tiziano, “La Sacra Famiglia con il pastore”, 1510

Gli arancioni sintetici arrivano al seguito delle scoperte che hanno cambiato la storia dell’arte.
La prima è dovuta al chimico francese Louis Nicolas Vauquelin (1763-1829), che nel 1797 ricava l’elemento chimico cromo da un composto del piombo. Nel 1809 compare il giallo di cromo, seguito dal rosso e dall’arancione di cromo, codificato come PO21.

La seconda scoperta quella è quella cadmio, derivato dallo zinco e dovuta al chimico tedesco Friedrich Stromeyer (1776-1835). Combinando il cadmio con lo zolfo, lo scienziato riesce a sintetizzare il pigmento giallo di cadmio nel 1817,
cui seguirono il rosso di cadmio e l’arancio di cadmio, codice PO 20.

Ma forse non tutti sanno che esisteva un altro arancione, detto arancio vermiglio, formulato in Inghilterra nello stesso periodo dal chimico George Field. Pare che questo pigmento fosse molto richiesto, soprattutto dal giovane William Turner (1775-1851), sempre alla ricerca di nuovi colori.

William Turner, L’incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni, 1834

L’arancio vermiglio era commercializzato da Winsor & Newton, ma Field non rivelò mai la formula, che rimase segreta per molto tempo.I più entusiasti per i nuovi pigmenti furono i pittori della Confraternita Preraffaellita, movimento artistico nato in Inghilterra a metà dell’Ottocento.
I pittori del gruppo privilegiavano l’uso di pigmenti puri in spregio alle regole accademiche: celebri i capelli fulvi di Elisabeth, musa indiscussa del movimento, modella e sposa di Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), e gli abiti di un arancione puro e brillante delle eteree fanciulle di Frederic Leighton (1830-1896) .

arancione

Dante Gabriel Rossetti, La Ghirlandata, 1873

Frederic Leighton, Flaming June, 1895

Tuttavia, Preraffaelliti a parte, l’arancione continuò ad essere usato con parsimonia, anche se fa parte dei colori indispensabili per impressionisti, puntinisti e artisti come Van Gogh (1853-1890), che basavano la loro ricerca pittorica sul contrasto tra colori complementari. Celebre infatti è la frase di Van Gogh:

“non esiste blu senza giallo e arancione”

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Claude Monet, Impressione, Sole nascente, 1872

Georges Seurat, La Tour Eiffel, 1889

Forse il pittore norvegese Edvard Munch (1863-1944), si ispirò proprio al lavoro di Van Gogh, del quale vide le opere a Parigi, nell’esprimere le sue angosce con cieli e chiome arancioni in contrasto con i blu cupi delle sue tele.

Edvard Munch, L’urlo, 1893

Più gioiosa l’arte di Paul Klee (1879-1940), che esplora le possibilità del colore in quanto tale, e oltre al classico contrasto tra arancione al blu, osa abbinamenti inediti e audaci, per esempio con colori analoghi, ovvero il giallo e il rosso.

Paul Klee, Senecio, 1922

I pigmenti arancioni oggi

Mescolati con il blu, gli arancioni pronti mono pigmento e trasparenti sono perfetti per creare dei neutri naturali e interessanti, che vanno dai marroni alle ocre, dai grigi ai neri fino ai verdi spenti, utili per i paesaggi e le foglie.

L’arancione nell’acquerello può essere usato anche negli accostamenti, sia con i blu complementari che con i colori analoghi, ovvero il giallo e il rosso.

Tra i pigmenti moderni, si passa dall’Arancione di Cadmio (imitazione) e dall’Arancio Permanente, più vicini al giallo, ai luminosi ed intensi Pyrrol Orange e Perinone Orange, vicini al rosso.

Per mia scelta personale consiglio sempre i colori mono-pigmentati e trasparenti o semitrasparenti, che aiutano ad ottenere mescolanze vibranti e pulite.

arancione
Albrecht Dürer
pennelli per acquerello
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